Il sito parrocchiale è stato presentato al Consiglio Pastorale

Lunedì 7 aprile 2008 il sito internet della parrocchia è stato presentato al consiglio pastorale parrocchiale dal suo ideatore e attuale amministratore, il dott. Walter Pavan.

Nel corso dell’illustrazione dell’iniziativa, Walter ha avuto modo di esprimere la sua intensa soddisfazione di ritrovarsi dopo vent’anni, in un contesto ecclesiale a lui ben noto in passato, avendo frequentato per parecchi anni il CPP in quanto presidente dell’AC.

L’attuale consiglio ha gradito il ricordo e ha apprezzato il servizio da lui messo a disposizione di tutta la comunità e anche di chiunque voglia collegarsi in rete.

Walter è stato invitato a continuare ad arricchire di documenti e a predisporre le connessioni con il sito della S. Vincenzo di S. Donà, quello dell’oratorio, quello dell’Istituto S. Luigi e delle suore della riparazione.

L’indirizzo del sito è: https://www.duomosandona.it

Intervento dell’amministratore del sito

Da tempo don Gino aveva avanzato l’idea di costruirne uno per la nostra parrocchia. La possibilità si è concretizzata in questi ultimi mesi, ed ora il sito è pronto. Sarà sempre in evoluzione, ma comunque pronto e utilizzabile. Più che spiegare come è il sito, è opportuno capirne il senso.

Questo piccolo fatto va collocato all’interno della più grande riflessione che il CPP e la comunità stanno facendo a partire dalla lettera del vescovo “Adoratori e missionari…” e più precisamente collegarlo al tema di quest’anno “Missionari: nel mondo intero… noi siamo, dinanzi a Dio, il profumo di Cristo”.

Come essere missionari, qui, oggi?
Nel discernimento comunitario emerge chiaramente la difficoltà di affrontare i numerosi e rapidi cambiamenti che viviamo oggi e che coinvolgono pure la trasmissione della fede in Cristo. Padre Sorge alcune sere fa ha portato una interessante contributo di riflessione su questo: afferma che noi stiamo vivendo in realtà un passaggio di epoca, una crisi di struttura nella nostra civiltà (civiltà che siamo noi stessi, coi nostri valori, col nostro modo di agire e credere). Non è solo un assestamento congiunturale.

Alcuni ora la chiamano “la globalizzazione”… ma ricordo che già durante il Concilio Vaticano II, con grande discernimento, la Gaudium et Spes diceva: “L’umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all’insieme del globo.” Con brevi cenni vorrei che riflettessimo assieme riguardo al fatto che in questo processo di crisi e cambiamento un ruolo importante e di accelerazione lo hanno le nuove forme di comunicazione, in particolare Internet.

Negli ultimi dieci – quindici anni lo spazio relazionale stesso in cui viviamo è profondamente cambiato, per tutti, anche per quelli che non sanno usare internet. Si è venuto a creare attorno a noi un nuovo ambiente, chiamato “virtuale”, che in verità è reale quanto quello che sperimentiamo fisicamente: in esso si comunica, ci si informa e ci si forma, si dialoga, si gioca, si compra, si vende… si fa anche del male reale: il fenomeno della pedofilia lo mostra. Fra non molti anni internet sarà nell’automobile, nel frigo, nei vestiti di tutti e, guardando più in là, penso che lo avremo anche nelle persone.

Ad esempio: ci sarà un piccolo processore collegato ad un ospedale via internet che tiene sotto controllo il cuore di un cardiopatico? Credo che non siamo molto lontani da questa possibilità. E se più avanti il processore che comunica via internet lo si volesse agganciare al cervello invece che al cuore…? Nuove questioni si aggiungono a quelle che già ora affrontiamo: l’incontro delle culture, le possibilità di intervento biomedico sulla vita

Quali valori far emergere mentre camminiamo in questo “periodo nuovo della storia” umana? Sono realtà potenti, anche inquietanti, se non ci si attrezza a capire. Prepararsi e capire il nuovo per poter inculturare il vangelo nell’oggi delle persone. Comunque per rimanere nel concreto possiamo affermare che già ora abbiamo a disposizione strade completamente nuove su cui camminare come missionari. Prima non esistevano. Quello che le strade dell’impero romano hanno significato per S. Paolo e i primi apostoli come mezzo formidabile su cui camminare e annunciare, per noi oggi sono le nuove vie di comunicazione, che si aggiungono alle altre strade, quelle tradizionali, e non le eliminano. Ma sono solo un “mezzo di trasporto”, come l’aria lo è per la parola.

Come scrive il vescovo, “la fede non si trasmette prima di tutto con indovinate metodologie e aggiornati mezzi di comunicazione”.

Internet, e con esso il nostro piccolo sito parrocchiale, è uno strumento comunicativo tra i più potenti che siano stati inventati, eppure rimangono solo una porta che può permettere al “profumo” della comunità di diffondersi anche attraverso le nuove vie di comunicazione: senza una comunità di adoratori di Cristo, le nuove come le vecchie strade non portano nulla, anzi aggiungono alienazione. Io credo che questa comunità abbia risorse grandi, possa concretamente essere “profumo” di Cristo, e che sia giunto il momento di mettere internet al suo servizio, accanto alla ricchezza di altri mezzi che già abbiamo. E’ uno dei modi per rispondere all’esigenza, che ho visto emergere dal discernimento comunitario, di “mettersi in rete“, “fare rete“, cioè collegarsi, dialogare, parlarsi, unire le forze, non chiudersi. Sia all’interno che verso i lontani. E’ un modo per far sì che la voce della parrocchia sia accessibile sempre e dovunque nella città e nel mondo.

E’ un po’ come se la comunità parrocchiale venisse lei a casa mia attraverso il computer: ogni volta che io decido di contattarla, nel tempo frammentato che vivo, la trovo subito, presente, vicina; posso conoscere la vita e le riflessioni di un’associazione, rileggere le parole di un’omelia domenicale, di un ritiro… Addirittura ascoltare la predicazione di quell’incontro di spiritualità cui non ho potuto partecipare… Trovare un luogo dove conoscere la nostra storia, quella delle opere e delle persone che hanno formato la comunità… o trovare un servizio, ad esempio avere un modulo per l’iscrizione a corsi e attività.

Posso soprattutto io stesso proporre, segnalare, portare il mio contributo…

Guardando più in là… attraverso questo mezzo potrei avere un contatto diretto con i missionari sandonatesi nel mondo, di cui magari vedo le riflessioni nello stesso istante in cui le hanno inserite nel nostro sito parrocchiale dal Brasile, dal Madagascar… far sentire loro che ci siamo, li pensiamo e accompagnamo… Quale straordinaria possibilità di contatto immediato possiamo darci, e dare.. oppure quale legame, per un sandonatese che magari lavora lontano e, lì dov’è, poter sentire “la voce” della sua comunità e contribuirvi. Penso a quali possibilità di comunicazione e partecipazione possiamo mettere a nostra disposizione, attraverso una tale strumento, quando siamo malati o infermi, quando abbiamo difficoltà ad uscire di casa…

Le possibilità sono davvero molte, anche semplicissime. Una persona mi ha detto che in questi mesi ha preso l’abitudine in ufficio, prima di iniziare il lavoro, di andare nella prima pagina del nostro sito per leggere il vangelo del giorno, guardare il calendario degli incontri, vedere se ci sono avvisi e poi iniziare la giornata di lavoro.

Si legge il Vangelo in ufficio… in negozio…! Nulla che non si potesse fare anche prima, ma ora c’è uno strumento in più. La speranza è che nei vari ambiti della parrocchia possa emergere un interesse, far sì che questo mezzo diventi utile per tanti, per condividere, comunicare e soprattutto crescere nella comprensione della cultura di oggi e dei suoi strumenti, non cedendo come comunità alla facile chiusura o alla contrapposizione/denigrazione, ma cogliendo, e ritorno alla Gaudium et Spes, come il Concilio parlando della chiesa nel mondo contemporaneo abbia intitolato quella costituzione: “gioia e speranza”.

Come essere presenti come Chiesa nel mondo contemporaneo…? Paura e chiusura? No. “Gioia e Speranza”.

Il sito è costruito in modo tale che chi desidera, possa facilmente usarlo da casa, aggiornandone i contenuti in pochi minuti con una estrema semplicità, e quindi non abbia solo la funzione di semplice contenitore di documenti o un’esistenza legata alla disponibilità di una singola persona. Solo così potremmo avere uno strumento magari piccolo, ma efficace nella sua funzione di collegare, ampliare le possibilità di dialogo, di partecipazione e di relazione della comunità al suo interno e verso la città e il mondo.

Emergeranno, dai vari ambiti parrocchiali, dei comunicatori?