Il carisma dell’adorazione Eucaristica
2005: un anno eucaristico! Per noi Suore della Riparazione non è una novità porre al centro della nostra vita, della nostra storia, della nostra passione per la redenzione dell’uomo l’Eucarestia. Infatti la nostra Fondatrice Madre Maria Carolina Orsenigo diceva, da donna pratica qual era, di “fare il del nostro cuore un Tabernacolo e del Tabernacolo il nostro cuore”.
Ci è caro allora pensare che la novità che Giovanni Paolo II voleva sottolineare per questo anno era far emergere l’importanza del rapporto personale con Cristo. Il nostro tempo richiede una nuova evangelizzazione che nasce dal fatto di essere inseriti in un nuovo paganesimo, in una cultura “post Cristiana”, incapace di decidersi per Dio, tanto meno di credere alla forza rinnovatrice dei Sacramenti.
Se pensiamo che il tema dell’Anno Eucaristico è: “L’Eucarestia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”, allora bisogna trovare una risposta personale e comunitaria alle attese del Papa, della Chiesa e di Cristo stesso, il quale ripete anche a noi: “Io sono il Pane della vita” (Gv. 6,4). Se l’Eucarestia è fonte e culmine non è dunque un aspetto marginale e secondario nella vita della Chiesa e di ogni credente. Non è una via tra le tante per realizzare in pieno la nostra vocazione e la missione della Chiesa. E’ una via della quale non possiamo fare a meno. E vale la pena ricordarcene spesso. Per questo sentiamo ancora valide le indicazioni che ci dava il Fondatore Padre Carlo Salerio nelle prime Regole del 1860: “Grande e solenne, caro ed amabile impegno che vi è affidato, o figliuole carissime, come Riparatrici delle offese che si fanno tuttodì a Gesù; ed al tempo stesso sorgente d’ineffabili consolazioni per voi, e mezzo validissimo per procurare la vostra e l’altrui santificazione vi sarà il tenere perpetua compagnia a Gesù nel Sacramento del suo Amore.”
Per noi Suore, ma anche per chi da laico condivide con noi il carisma della riparazione sia come collaboratore sia come fruitore dei nostri servizi di apostolato, ogni incontro con Gesù nell’Eucarestia è un entrare in questa realtà dell’alleanza, nel mistero di un Dio che ci ama per primo, che ci ama sempre, che si è fatto uomo per noi, ha dato la sua vita per noi, è risorto per noi, ci ha lasciato se stesso nell’Eucarestia e possiamo unirci a Lui misteriosamente ma realmente in ogni nostra comunione. Quante delle nostre ragazze della rieducazione hanno intuito quale abisso di amore è nascosto in ogni Eucaristia (consumata o adorata) e ne hanno trovato la forza per uscire dal baratro della loro esperienza. Questo perchè proprio l’incontro con Cristo, e col Cristo presente nell’Eucarestia, purifica il nostro sguardo, ci libera dai modelli culturali che uccidono la tenerezza del volto e ci aiuta a incontrare nella verità e nell’amore ogni fratello e ogni sorella, con tutto il carico dei loro problemi, delle loro angosce e delle loro speranze.
E così ci pare quanto mai attuale ciò che il Fondatore ci diceva nel documento sopra ricordato: “Non andate, ma correte a Gesù nel suo Sacramento sia per adorarlo sia per riceverlo comunicandovi. La cognizione delle vostre miserie non deve impedirvi dal correre a lui con trasporto; l’umiltà non deve togliervi la confidenza, anzi inspirarvene di più per una maggior riconoscenza verso di lui che vi chiama a sé sì vicine quantunque povere peccatrici. Dovete portarvi dinanzi all’altare con quella stessa fede come se ivi vedeste Gesù vostro Signore cogli occhi stessi del corpo; – trattenervi con Lui colla stessa tenerezza come se Gesù visibilmente vi comparisse, vi aprisse il suo cuore, vi invitasse ad esporgli i vostri bisogni, pronto egli ad esaudirvi. Trattate con Lui di tutto quello che più vi interessa; della vostra salute e di quella delle anime a voi affidate, dei bisogni vostri e di quelli di tutto il popolo Cristiano, di tutta la Chiesa, dei peccatori e degli infedeli: di tutto e di tutti perocché Gesù ivi è tutto per voi.”
L’Eucarestia contiene veramente tutto: il senso della nostra esistenza, il suo aspetto doloroso e la sua beatitudine. Tutto però in modo nascosto, accessibile soltanto alla fede. Ma tutto in modo vero e reale. E il problema allora torna sempre ad essere un problema di fede, anche e soprattutto di fede nell’Eucarestia. Dalla risposta a questo problema dipende se sapremo essere ancora testimoni di speranza e annunciare anche oggi il vangelo in un mondo che cambia. Come i due di Emmaus che pieni di gioia tornarono a Gerusalemme, per raccontare agli altri discepoli la meravigliosa avventura
dell’incontro con il Risorto. Il Signore Gesù ci doni una fame sempre più grande di questo Pane, che è il suo Corpo e il suo Sangue, e ci aiuti a vivere da adoratrici anche quando siamo nel pieno dell’attività perché solo così sapremo condividere l’incontro d’amore con quel Pane spezzato che è il Cristo Unico Salvatore del mondo … oggi, ieri e sempre (Ebrei, 13,8).
La Comunità delle Suore della Riparazione