Cinquant’anni fa la prima messa in italiano

La nuova liturgia disposta con la costituzione «Sacrosanctum Concilium» (votata quasi all’unanimità dai padri conciliari) è nata con l’obiettivo di consentire una partecipazione dei fedeli «piena, attiva e consapevole».
All’omelia il beato Paolo VI disse: «Si inaugura oggi la nuova forma della Liturgia in tutte le parrocchie e chiese del mondo, per tutte le Messe seguite dal popolo. È un grande avvenimento, che si dovrà ricordare come principio di rigogliosa vita spirituale, come un impegno nuovo nel corrispondere al grande dialogo tra Dio e l’uomo».
Proprio cinquant’anni dopo Papa Francesco ha voluto ricordare l’anniversario presiedendo la Messa vespertina nella medesima parrocchia, con la stessa pisside, lo stesso leggio per il messale e gli stessi candelabri usati allora da Papa Paolo VI; anche le intenzioni della preghiera dei fedeli sono state le stesse.
Nella San Donà di cinquant’anni fa esisteva ancora la grande parrocchia del Duomo (da cui si era resa autonoma solo Mussetta nel 1963) retta da mons. Angelo Dal Bo, molto aperto alle novità tra cui quelle del Concilio.
Alcune curiosità di quel periodo…
In quei giorni si stava vivendo anche a San Donà la Settimana Nazionale dello Scautismo (esistevano ancora le due associazioni femminili e maschili dell’AGI e dell’ASCI); il nuovo Consiglio Comunale ratificava la deliberazione della Giunta per l’illuminazione di via Jesolo, Piazza Rizzo, Cà Boldù e l’asfaltatura di Piazza De Gasperi e delle vie Padova, Pascoli, Filanda e Palazzetto.
A cura di M.F.