Centotrenta giovani intrecciano una “rete” di carità
Circa centotrenta giovani, appartenenti alle diverse realtà ecclesiali di quasi tutte le parrocchie del vicariato di San Donà di Piave, si sono ritrovati nel consueto «incontro di rete», durante il weekend del 17 e 18 gennaio, all’oratorio di Mussetta, per riflettere insieme sul tema della carità. L’esperienza si è concretizzata in un intervento di mons. Giuseppe Rizzo, vicario generale della Diocesi e in un momento di confronto a gruppi presso alcune realtà di carità presenti sul nostro territorio, come, ad esempio, la San Vincenzo, diverse case-famiglia, associazioni che si prendono cura di persone emarginate.
Abbiamo chiesto al responsabile della pastorale giovanile vicariale, don Francesco Filiputti, alcune impressioni sull’incontro. Come giudichi l’esperienza fatta? Cosa hai visto sul volto di questi giovani?
In questi due giorni ho visto dei giovani contenti per la possibilità di scambio, per le parole e le idee che hanno sentito e che si sono detti; la condivisione è l’elemento essenziale di questa esperienza, una condivisione sia fra i giovani che provengono da diverse realtà del vicariato (Scouts Agesci e FSE, ADS, AC, CL), sia con le dieci realtà di servizio agli altri e di carità che hanno visitato.
Il tema era quello della carità. Perché questo tema?
L’esperienza di servizio è vissuta da molti ragazzi, ma pochi hanno veramente coscienza che il dono sia componente essenziale del cristiano. In fondo, la vocazione non è altro che il dono più grande di se stessi al mondo, ma per scoprirlo e vivere appieno questo «donarsi» è necessario “allenarsi” a farlo, per esempio nel servizio, anche quello più piccolo che si opera per gli altri.
Inoltre, negli ultimi tre anni di incontri di rete abbiamo snodato un percorso che ha visto prese in considerazione la fede, sia come dono per sé che come annuncio, e la speranza. E questa volta «toccava» alla carità.
Sia sabato pomeriggio che domenica mattina è stato ospite il vicario generale, mons. Giuseppe Rizzo.
Infatti, la sua disponibilità all’incontro con questi giovani è stata grande, ci ha stupito, come anche il suo interesse verso questa iniziativa. Credo che abbia toccato alcuni temi importanti e abbia lanciato alcuni spunti su cui i giovani potranno riflettere con profitto, come il tema del dono di sé che nasce dalla vera libertà, la fedeltà a se stessi, il vivere appieno il proprio presente.
Che bilancio fai di questi quattro anni di incontri di rete?
Sicuramente è un bilancio positivo, la forza di questi incontri sta nella condivisione, nel confronto fra esperienze e fra persone, nell’apertura che si realizza fra le parrocchie. Ottima e originale è anche la collaborazione con il Coordinamento delle varie associazione, un luogo in cui laici e sacerdoti lavorano insieme e si confrontano durante tutto l’anno, dando il meglio per organizzare questi eventi.
Insomma, un’esperienza da continuare!
Sì, da continuare, nella ricerca di sempre nuove dimensioni della vita del cristiano da approfondire con i giovani!
Abbiamo chiesto al responsabile della pastorale giovanile vicariale, don Francesco Filiputti, alcune impressioni sull’incontro. Come giudichi l’esperienza fatta? Cosa hai visto sul volto di questi giovani?
In questi due giorni ho visto dei giovani contenti per la possibilità di scambio, per le parole e le idee che hanno sentito e che si sono detti; la condivisione è l’elemento essenziale di questa esperienza, una condivisione sia fra i giovani che provengono da diverse realtà del vicariato (Scouts Agesci e FSE, ADS, AC, CL), sia con le dieci realtà di servizio agli altri e di carità che hanno visitato.
Il tema era quello della carità. Perché questo tema?
L’esperienza di servizio è vissuta da molti ragazzi, ma pochi hanno veramente coscienza che il dono sia componente essenziale del cristiano. In fondo, la vocazione non è altro che il dono più grande di se stessi al mondo, ma per scoprirlo e vivere appieno questo «donarsi» è necessario “allenarsi” a farlo, per esempio nel servizio, anche quello più piccolo che si opera per gli altri.
Inoltre, negli ultimi tre anni di incontri di rete abbiamo snodato un percorso che ha visto prese in considerazione la fede, sia come dono per sé che come annuncio, e la speranza. E questa volta «toccava» alla carità.
Sia sabato pomeriggio che domenica mattina è stato ospite il vicario generale, mons. Giuseppe Rizzo.
Infatti, la sua disponibilità all’incontro con questi giovani è stata grande, ci ha stupito, come anche il suo interesse verso questa iniziativa. Credo che abbia toccato alcuni temi importanti e abbia lanciato alcuni spunti su cui i giovani potranno riflettere con profitto, come il tema del dono di sé che nasce dalla vera libertà, la fedeltà a se stessi, il vivere appieno il proprio presente.
Che bilancio fai di questi quattro anni di incontri di rete?
Sicuramente è un bilancio positivo, la forza di questi incontri sta nella condivisione, nel confronto fra esperienze e fra persone, nell’apertura che si realizza fra le parrocchie. Ottima e originale è anche la collaborazione con il Coordinamento delle varie associazione, un luogo in cui laici e sacerdoti lavorano insieme e si confrontano durante tutto l’anno, dando il meglio per organizzare questi eventi.
Insomma, un’esperienza da continuare!
Sì, da continuare, nella ricerca di sempre nuove dimensioni della vita del cristiano da approfondire con i giovani!
Marilisa Orlando