5 Dicembre 2024

Parrocchia Duomo di San Donà

Santa Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Contenuti del sito

Parrocchia Duomo di San Donà
5 Dicembre 2024

Parrocchia Duomo di San Donà

Santa Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Contenuti del sito

Spiritualità

Adorazione eucaristica nel tempo dei santi e dei defunti (novembre)

Il testo per l’adorazione proposta dal Vescovo a tutte le parrocchie della diocesi. Domenica 16 novembre alle ore 15.30, in Duomo.

Venite, benedetti del Padre mio (Mt 25,34)
Il giorno della nascita dei santi alla vera vita: la morte

Canto eucaristico iniziale durante l’esposizione
oppure si canta tre volte:
Adoriamo te, Gesù Cristo, alleluia, alleluia.
Adoriamo te, Gesù Cristo, alleluia, alleluia.
E lodiamo te, Gesù Cristo, e lodiamo te, alleluia.
Adoriamo te, Gesù Cristo, alleluia, alleluia.
Adoriamo te, Gesù Cristo, alleluia, alleluia.

Invito alla preghiera

Siamo qui, davanti a Gesù presente nel Pane consacrato. Disponiamoci a vivere questo tempo rimanendo in silenzio, per fare spazio a Lui nella nostra vita e nei nostri pensieri. Stiamo con Lui in assoluta gratuità, senza fretta né pretesa alcuna. Rivolgiamogli piuttosto la nostra attenzione, il nostro sguardo, il nostro cuore. Sarà la Parola ascoltata con attenzione, accolta con amore e meditata con intelligenza spirituale a far sorgere in noi l’adorazione, il ringraziamento e la lode.

Cel. Sia lodato e ringraziato ogni momento
Ass. il santissimo e divinissimo Sacramento.
Cel. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Ass. com’era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Cel. A Dio qui presente con il Corpo Santo di Gesù, rispondiamo con fede: noi ti adoriamo.
Ass. Noi ti adoriamo.
Cel. Santissima Eucaristia.
Ass. Noi ti adoriamo.
Cel. Dono ineffabile del Padre.
Ass. Noi ti adoriamo.
Cel. Segno dell’amore supremo del Figlio.
Ass. Noi ti adoriamo.
Cel. Prodigio di carità dello Spirito Santo.
Ass. Noi ti adoriamo.
Cel. Frutto benedetto della Vergine Maria.
Ass. Noi ti adoriamo.
Cel. Farmaco di immortalità.
Ass. Noi ti adoriamo.
Cel. Forza dei santi in cammino verso il Regno.
Ass. Noi ti adoriamo.

(tempo di silenziosa adorazione)

In ascolto del nostro Vescovo

In tanti passi del Vangelo Gesù annuncia che al momento della nostra morte fisica ci sarà l’incontro finale con Lui e saranno pesati nel loro reale valore tutti i giorni della nostra esistenza, Quella sarà la valutazione definitiva che deciderà la nostra condizione nella vita eterna (Mt 25,31-46). Quello sarà il momento decisivo della nostra esistenza davanti a Colui che ce l’ha donata. Egli ci chiederà conto dei talenti e delle tante grazie con cui ha accompagnato la nostra vita (Mt 25,14-30). Per questo, la Chiesa festeggia il giorno della morte fisica dei santi e lo chiama il “dies natalis”, il giorno della loro nascita alla vera vita. Dal giudizio finale si aprirà per noi la condizione di vita che sarà eterna.

Da Adoratori e missionari, 1° anno del Vescovo
Andrea Bruno Mazzocato (59).

(tempo di silenziosa adorazione)

Preghiera di adorazione

Cel. Tenendo fisso lo sguardo su Gesù,
circondati dalla presenza nello
Spirito Santo di Maria santissima,
dei santi e dei nostri fratelli e sorelle
defunte, rendiamo grazie a
Dio per la comunione che ci dona
di vivere fin da quando siamo stati
immersi nella morte e risurrezione
di suo Figlio Gesù.

Lett. Tu sei risurrezione santa. Tu sei
colui che che ci ha rigenerato ad
una vita nuova. Ti ci hai aperto la
via al cielo. Tu sei la nostra forza,
Signore.

Ass. Noi ti adoriamo: tu sei la vita eterna,
Signore.

(tempo di adorazione silenziosa)

Lett. Tu sei il sacerdote eterno. Tu continui
ad offrirti nel Sacrificio eucaristico
per farci santi come tu
sei santo con il dono generoso
della tua esistenza divina.

Ass. Noi ti adoriamo: tu sei la vita eterna,
Signore.

(tempo di adorazione silenziosa)

Lett. Tu sei il grande medico, Signore.
Con la grazia del perdono sani le
nostre ferite e doni a noi la misericordia
immensa spalancando le
braccia sulla croce.

Ass. Noi ti adoriamo: tu sei la vita eterna,
Signore.

(tempo di adorazione silenziosa)

In ascolto della Parola di Dio

Cel. Ci alziamo in piedi per ascoltare
la Parola dall’Evangelo secondo
Matteo (Mt 25,31-46)

In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli: «Quando il Figlio
dell’uomo verrà nella sua gloria, e
tutti gli angeli con lui, siederà sul
trono della sua gloria. Davanti a
lui verranno radunati tutti i popoli.
Egli separerà gli uni dagli altri,
come il pastore separa le pecore
dalle capre, e porrà le pecore alla
sua destra e le capre alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite,
benedetti del Padre mio, ricevete
in eredità il regno preparato per
voi fin dalla creazione del mondo,
perché ho avuto fame e mi avete
dato da mangiare, ho avuto sete e
mi avete dato da bere, ero straniero
e mi avete accolto, nudo e mi
avete vestito, malato e mi avete visitato,
ero in carcere e siete venuti
a trovarmi”.

Allora i giusti gli risponderanno:
“Signore, quando ti abbiamo visto
affamato e ti abbiamo dato da
mangiare, o assetato e ti abbiamo
dato da bere? Quando mai ti abbiamo
visto straniero e ti abbiamo
accolto, o nudo e ti abbiamo vestito?
Quando mai ti abbiamo visto
malato o in carcere e siamo venuti
a visitarti?”. E il re risponderà
loro: “In verità io vi dico: tutto
quello che avete fatto a uno solo
di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me”.

Poi dirà anche a quelli che saranno
alla sinistra: “Via, lontano da
me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i
suoi angeli, perché ho avuto fame
e non mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e non mi avete dato
da bere, ero straniero e non mi
avete accolto, nudo e non mi avete
vestito, malato e in carcere e non
mi avete visitato”.

Anch’essi allora risponderanno:
“Signore, quando ti abbiamo visto
affamato o assetato o straniero o
nudo o malato o in carcere, e non
ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà
loro: “In verità io vi dico:
tutto quello che non avete fatto a
uno solo di questi più piccoli, non
l’avete fatto a me”.

E se ne andranno: questi al supplizio
eterno, i giusti invece alla vita
eterna».

Parola del Signore.
Ass. Lode a te, o Cristo.

(si può stare in ginocchio o seduti)

Proposta di meditazione

La vita eterna dipenderà sempre e comunque da come avremo vissuto la comunione con Gesù risorto, nei giorni dell’esistenza terrena. Sarà vita di gioia più piena – per noi ora non pienamente immaginabile – se avremo maturato una comunione di amore sincero e purificato con Gesù e con i fratelli (è il Paradiso). Potremmo aver bisogno di un’esperienza dolorosa ma rigenerante di purificazione per entrare nell’amore senza ombre di egoismi (è il Purgatorio). Gesù presenta, anche, la possibilità reale di trovarci in una condizione di chiusura a Lui e ai fratelli, maturata lungo gli anni dell’esistenza terrena, questa chiusura sarà tormento eterno (è l’Inferno; Lc 16,19-31).

Tempo di adorazione silenziosa

Rimaniamo in silenzio per accogliere in profondità la Parola. Rileggiamo con calma il passo della Scrittura che abbiamo ascoltato. Soffermiamoci sulle espressioni che ci interpellano di più. Ripetiamole lentamente dentro di noi. Domandiamoci che cosa il Signore vuole dire proprio a noi oggi. Trasformiamo in preghiera i sentimenti, le intuizioni e i propositi che lo Spirito Santo va suscitando in noi. Rimaniamo in adorazione.

Intercessioni

(tutti si mettono in ginocchio)

Cel. Con Maria, i santi e i nostri morti,
preghiamo Dio Padre che chiama
tutti alla santità. Consapevoli della
nostra debolezza, invochiamolo
dicendo: Donaci, o Padre, il tuo
Spirito di santità.

Ass. Donaci, o Padre, il tuo Spirito di
santità.

Lett. La Chiesa è in cammino verso il
Regno. Assisti tutti coloro che appartengono,
per mezzo del battesimo,
alla nostra Chiesa diocesana.
Donaci la grazia di meditare
quotidianamente sulla dignità che
abbiamo ricevuto e apri i nostri
occhi alla luce della vita eterna.
Preghiamo.

Ass. Donaci, o Padre, il tuo Spirito di
santità.

Lett. Le “piccole chiese domestiche”
che danno vitalità alle nostre comunità
cristiane siano segno di
speranza per i giovani che si aprono
all’amore. La loro testimonianza
li attiri al mistero nuziale di Dio
realizzato da Cristo con la Chiesa.
Preghiamo.

Ass. Donaci, o Padre, il tuo Spirito di
santità.

Lett. Il Padrone della messe ci chiede
di affrettare il cammino verso
il giorno della mietitura. Perché
non manchino mai gli operai del
Vangelo e la Chiesa risplenda in
mezzo agli uomini con la santità
dei consacrati, preghiamo.

Ass. Donaci, o Padre, il tuo Spirito di
santità.

Lett. Affidandosi alla potente intercessione
di Maria, madre degli
apostoli, i sacerdoti conducano
una vita santa e le gravi infedeltà,
commesse da alcuni di loro, siano
riparate dal sacrificio dei santi
unito al Sacrificio di Cristo. Preghiamo.

Ass. Donaci, o Padre, il tuo Spirito di
santità.

Padre nostro…

9. Benedizione eucaristica

1. Adoriamo il Sacramento
che Dio Padre ci donò.
Nuovo patto, nuovo rito
nella fede si compì.
Al mistero è fondamento
la parola di Gesù.

2. Gloria al Padre onnipotente,
gloria al Figlio redentor,
lode grande, sommo onore
all’eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore
alla Santa Trinità. Amen.

Cel. Guarda, o Padre, al tuo popolo, che professa la sua fede in Gesù Cristo, nato da Maria Vergine, crocifisso e risorto, presente in questo santo sacramento e fa’ che attinga da questa sorgente di ogni grazia frutti di salvezza eterna.

Per Cristo nostro Signore.

Ass. Amen.

Benedizione

(mentre viene riposta l’Eucaristia si dice:)

Cel. Dio sia benedetto
Ass. Benedetto il suo santo nome.
Cel. Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e
vero uomo.
Ass. Benedetto il nome di Gesù.
Cel. Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Ass. Benedetto il suo preziosissimo
sangue.
Cel. Benedetto Gesù nel santissimo sacramento
dell’altare.
Ass. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Cel. Benedetta la gran madre di Dio,
Maria santissima.
Ass. Benedetta la sua santa e immacolata
Concezione.
Cel. Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Ass. Benedetto il nome di Maria, Vergine
e Madre.
Cel. Benedetto san Giuseppe, suo castissimo
sposo.
Ass. Benedetto Dio nei suoi angeli e
nei suoi santi.

(seduti)

Sui passi di… don Orazio Mondin

Accogliamo la testimonianza di don Orazio Mondin, sacerdote della Diocesi di Treviso.

Orazio Mondin nacque a Cornuda il 18 maggio 1919, all’ombra del Santuario della Madonna della Rocca. Ricevette la Cresima dalle mani del beato Andrea Giacinto Longhin e fu ordinato sacerdote nel 1942 da mons. Mantiero. Per le sue doti musicali venne inviato a studiare presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma, dove conseguì la licenza in Canto Gregoriano. Insegnante in Seminario, esercitò il suo ministero sacerdotale come cappellano festivo a Casier e fu impegnato nel servizio del canto presso la Cattedrale di Treviso.

Nel 1964 si manifestarono i primi sintomi del male, un tumore alla lingua, che lo condurrà alla tomba, dopo un calvario ventennale. Nel novembre del 1968 inizia il suo servizio di Rettore del Santuario della Rocca, dove vi rimane fino agli ultimi giorni di vita. Morì il 12 luglio 1984, 42° anniversario della sua prima Messa solenne. Il Vescovo Mistrorigo così disse di lui nell’omelia del funerale: “Don Orazio fu il sacerdote del calvario, della preghiera, della devozione alla Madonna, della bontà innata, dello studio, della saggia direzione delle anime”.

Il nonno Alessandro diceva del nipotino: “Orazio è un dono dello Spirito Santo”. Di questo dono la nostra Diocesi ha potuto godere grazie alla sua vita sacerdotale vissuta fino in fondo. Don Orazio annota in uno dei suoi quaderni spirituali : “Gesù ci chiama a condividere l’opera della redenzione che si attua nel sacrificio. Si lavora troppo e si prega poco. Chi abbraccia lo stato ecclesiastico si vende a Dio e al bene delle anime. La vocazione sacerdotale è una seconda creazione. Un giorno Cristo ha posato su di me il suo sguardo e mi ha aiutato a corrispondere”. Don Orazio a sua volta è diventato un riflesso dello sguardo di Gesù. Sempre disponibile, ascoltava con pazienza, consigliava con saggezza, assolveva con immensa misericordia. Se era immerso in Dio, don Orazio era immerso anche in Maria. Più che un devoto era un innamorato della Madre di Dio fino a diventarne il suo cantore. Pochi giorni prima di morire, degente all’ospedale di Montebelluna vergò su un foglietto questo breve inno a Maria , furono le ultime sue parole: “O madre pia, odi la prece che ognor t’invia l’alma fedel. A l’uom che geme, Madre clemente, nelle ore estreme dischiudi il Ciel”.

Lett. Benediciamo il Signore.
Ass. Rendiamo grazie a Dio.

Canto finale mariano

Per approfondire la figura: Don Orazio Mondin, Tipografia Editrice  Trevigiana, Treviso 1985.