Vivere da cristiani nella città è una vocazione
Abbiamo raccolto alcune riflessioni di cristiani e cristiane che vivono nella nostra comunità, come documentazione della grande avventura che in quanto “figli nel Figlio” già viviamo sulla terra, in attesa di raggiungere quello che ancora ci manca per raggiungere la “gloria”.
Vivere da cristiani nella città è una vocazione.
Il Cristiano, come tutte le donne e gli uomini del mondo, vive nel luogo e nel tempo in cui il Padre lo ha collocato. Questo luogo (per noi si chiama San Donà) e questo tempo (il 2011) costituiscono il “qui e ora” ove cercare di costruire la città dell’uomo, secondo i principi della giustizia, della pace, dell’attenzione agli ultimi. In altri termini, si tratta di individuare e costruire le condizioni che consentono a ogni persona di realizzarsi pienamente potendo soddisfare l’esigenza di bello, bene, vero, giusto che ognuno porta in sé.
Occuparsi dell’uomo che vive nella città, dei suoi problemi, sforzarsi di trovare insieme agli altri possibili soluzioni. questo è il compito e lo scopo della Politica. Purtroppo di questi tempi ci viene spontaneo pensare alla politica come ad una “cosa sporca”, dalla quale è meglio stare lontani. Se ormai quest’opinione è diventata tanto comune, è proprio perché troppe persone (e troppi cristiani) si sono tenuti lontani dalla Politica e, soprattutto, ne hanno scordato la vera finalità. Spesso si sente ricordare la celebre affermazione di Gesù “date a Dio… date a Cesare…”: con ciò non si afferma solo il principio di laicità ma si ricorda anche che è compito di ciascun cristiano dare il proprio contributo per la costruzione della città e per il raggiungimento del bene comune, intendendo con ciò “il bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo”. Per ridare alla Politica la dignità che le spetta, è necessario che ciascuno si interroghi sul contributo che gli viene chiesto di portare alla città.
Anche per la dimensione “civile” del cristiano, quindi, è possibile parlare di “vocazione”; a ognuno di noi il compito di scoprirne tempi e modi. Diverse sono le forme dell’impegno politico, non a tutti è chiesto di vivere esperienze di rappresentanza all’interno di partiti o istituzioni. Tenere occhi e orecchi aperti su ciò che accade, farsi un’idea confrontandosi con gli altri, ascoltare e dare risposta ai bisogni di chi spesso non ha voce per esprimerli, vigilare sui comportamenti di chi abbiamo scelto con il voto. già queste sono occasioni di partecipazione politica. Si tratta di una comune “chiamata” che Dio fa a ciascuno per costruire una comunità di pace e giustizia sin da questa vita, coinvolgendo in questo percorso tutti coloro, credenti e non, che il Signore ci ha messo accanto. A.C.