23 Aprile 2025

Contenuti del sito

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Duomo di San Donà
23 Aprile 2025

Duomo di San Donà

S. Maria delle Grazie – Diocesi di Treviso

Duomo di San Donà

Contenuti del sito

Approfondimenti

La relazione conclusiva del Sinodo straordinario dedicato alla famiglia

SinodoLa relazione conclusiva sui lavori del sinodo straordinario dedicato alla famiglia (“Relatio Synodi”), presentata il 18 ottobre 2014, riunisce i risultati in tre parti: 1) l’ascolto della realtà, per guardare alla condizione della famiglia oggi, nella complessità delle sue luci e delle sue ombre; 2) lo sguardo fisso sul Cristo, per ripensare quanto la rivelazione, trasmessa nella fede della Chiesa, dice sulla bellezza, sul ruolo e sulla dignità della famiglia; 3) il confronto per discernere le vie con cui rinnovare la Chiesa e la società nel loro impegno per la famiglia.

Ribadita le rilevanza della vita affettiva contro il pericolo dell’individualismo e di una vita vissuta in chiave egoistica, il Sinodo ha posto lo sguardo sul volto di Cristo per ritornare alla fonte e lasciarsi interrogare dalla pedagogia divina nella storia della salvezza, chiedendosi quale è il posto della famiglia nel disegno salvifico di Dio. Il confronto sinodale ha guardato anche all’insegnamento della Chiesa sulla famiglia nel corso dei secoli nel proporre il valore dell’indissolubilità del matrimonio sacramentale radicato nella grazia del battesimo. Ma le riflessioni sulla verità e la bellezza della famiglia non hanno impedito di parlare anche di misericordia verso le famiglie ferite e fragili e di confrontarsi sulle nuove prospettive pastorali: come annunciare il Vangelo della famiglia in questo tempo e  nei vari contesti; come guidare le coppie nel cammino di preparazione al matrimonio e accompagnare i primi anni della vita matrimoniale; quale pastorale attuare per coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze. Nel sinodo si è parlato di dialogo con le famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali) nell’esercizio di una pastorale della carità e della misericordia volta al recupero delle persone e delle relazioni. Alcuni paragrafi del documento finale si soffermano sull’attenzione pastorale che la Chiesa deve avere verso le persone con orientamento omosessuale, sulla sfida della denatalità e quella sull’educazione, sul ruolo che la famiglia ha nell’evangelizzazione.

Papa Francesco ha chiuso i lavori rivolgendo ai partecipanti un discorso ricco di spunti per il prossimo cammino:

«Potrei dire che abbiamo vissuto davvero un’esperienza di “Sinodo”, un percorso solidale, un “cammino insieme”. E come ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la mèta; altri momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta; altri momenti di entusiasmo e di ardore. Ci sono stati momenti di profonda consolazione ascoltando la testimonianza dei pastori veri che portano nel cuore saggiamente le gioie e le lacrime dei loro fedeli… e testimonianze delle famiglie che hanno partecipato al Sinodo e hanno condiviso con noi la bellezza e la gioia della loro vita matrimoniale. Un cammino dove il più forte si è sentito in dovere di aiutare il meno forte, dove il più esperto si è prestato a servire gli altri… E poiché essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare qualche possibilità:

– La tentazione dell’irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti “tradizionalisti” e anche degli intellettualisti.

– La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei “buonisti”, dei timorosi e anche dei cosiddetti “progressisti e liberalisti”.

– La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati cioè di trasformarlo in “fardelli insopportabili”.

– La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio.

– La tentazione di trascurare il “depositum fidei”, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall’altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano “bizantinismi”…

Cari fratelli e sorelle, le tentazioni non ci devono né spaventare né sconcertare e nemmeno scoraggiare, perché nessun discepolo è più grande del suo maestro; quindi se Gesù è stato tentato i suoi discepoli non devono attendersi un trattamento migliore. Mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni e queste animate discussioni; se tutti fossero stati d’accordo o taciturni in una falsa e quietista pace. Invece ho visto e ho ascoltato discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia. E ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l’apertura alla vita.

Questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini, che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone. Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani. La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l’incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste.

Questa è la Chiesa, la nostra madre!…

Tanti commentatori hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l’altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell’unità e dell’armonia nella Chiesa. Lo Spirito Santo che lungo la storia ha sempre condotto la barca, attraverso i suoi Ministri, anche quando il mare era contrario e mosso e i ministri infedeli e peccatori…

Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie…»

Condividi