La Festa di San Tiziano, vescovo originario di Cittanova
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La celebrazione della festa di San Tiziano, il Vescovo originario di Cittanova che la chiesa ricorda il 16 gennaio, venne introdotta nell'attuale frazione di San Donà nel 1922.

Fino alla costruzione della nuova ed attuale chiesa di Cittanova i circa duemila abitanti di allora, sparsi nelle campagne, potevano onorare il loro conterraneo santo in una baracca provvisoria, facente funzione anche di scuola.
Il vescovo San Tiziano è il patrono della Diocesi di Vittorio Veneto (Ceneda), di cui fa parte una porzione del territorio di San Donà: le frazioni Grassaga e Fossà.
La sua origine sarebbe di Melidissa, l'antica Cittanova, che si estendeva tra gli attuali territori comunali di San Donà, Eraclea, Torre di Mosto.
Tiziano doveva appartenere ad una famiglia agiata, avendo i mezzi per recarsi ad Oderzo, dove compì i suoi studi alla scuola del vescovo San Floriano. Questi resse la Cattedra opitergina (eretta all'inizio del IV secolo) fra la fine del VI e gli inizi del VII secolo ed accolse alla sua scuola Tiziano, che doveva divenire il suo successore. Affidò a Tiziano la cura della Diocesi, quando dovette assentarsi per recarsi alla Corte di Bisanzio, probabilmente per trattare dei rapporti con i Longobardi. Prolungandosi l'assenza del vescovo oltre il previsto, si procedette alla nomina del suo successore, il che, a quei tempi avveniva alla presenza dei vescovi co-provinciali riuniti in chiesa, presenti clero e popolo.
Fu eletto così Tiziano. La tradizione tramanda che San Floriano, ritenuto erroneamente morto, sarebbe ritornato e, appresa la nomina di Tiziano, avrebbe volentieri rinunciato alla Cattedra opitergina a suo favore.
Di San Tiziano si sono esaltate la fede e la forza usata nel combattere l'arianesimo, signoreggiante fra i Longobardi.
La Festa a Cittanova
Il 3 novembre del 1924 mons. Luigi Saretta fu invitato dal decano di Oderzo alle cerimonie in onore di San Tiziano vescovo. L'occasione era il trasporto di una reliquia del santo nel Duomo di Oderzo dalla Cattedrale di Ceneda, alla presenza del Patriarca di Venezia. Ebbene, di suo pugno alla fine della lettera, il decano scrisse rivolto al parroco di San Donà: "Conto che tu non mancherai davvero poiché S. Tiziano è figlio della tua terra".
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