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21 Novembre 2025Ventisei tra coristi e familiari del coro del Duomo di San Donà di Piave partecipano al Giubileo delle Corali a Roma il 22 e 23 novembre 2025
Domani sera animeranno la messa vespertina nella parrocchia di San Saturnino Martire come oltre un centinaio di altri cori che animeranno le Messe vespertine in più di 90 chiese di Roma.
In viaggio… si ripassa
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dal sito Vatican News:
Giubileo dei cori e delle corali, attesi a Roma 35 mila pellegrini
Sono iscritti circa 35 mila pellegrini provenienti da 117 Paesi. Sono i membri dei cori professionisti, di quelli diocesani, parrocchiali e amatoriali, che prenderanno parte all’evento giubilare che inizierà sabato 22 novembre, alle 10, con l’udienza giubilare del del Papa in piazza San Pietro, al termine della quale ci sarà la possibilità di attraversare la Porta Santa della Basilica Vaticana. Nel pomeriggio, dalle 14 alle 17, sono previsti pellegrinaggi alle Porte Sante di San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore, con la possibilità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione nelle chiese giubilari. Dalle 17 fino alle 19.30, oltre un centinaio di questi cori animeranno le Messe vespertine in più di 90 chiese di Roma.
Il concerto “una sola voce nei secoli”
Domenica 23 novembre, alle ore 10.30, i pellegrini parteciperanno alla Messa presieduta da Leone XIV in piazza San Pietro. Per il pomeriggio, il Dicastero per l’Evangelizzazione ha organizzato un concerto, sulla scia dei concerti giubilari Armonie di speranza, dal titolo Una sola voce nei secoli. Questa iniziativa, che si sviluppa nel contesto della rassegna culturale Il Giubileo è cultura, si costituisce di un percorso liturgico-musicale che presenta, in forma di pellegrinaggio artistico, la ricchezza e la pluralità delle forme corali nate all’interno della tradizione sacra occidentale. La proposta si fonda sull’idea che il canto corale non sia semplicemente esecuzione estetica, ma linguaggio capace di esprimere, in stile e timbro differenti, la stessa fede della Chiesa lungo i secoli.
Esibizioni corali in quattro chiese del centro storico
Dalle 16 di domenica, quattro chiese del centro storico di Roma accoglieranno altrettanti momenti musicali, ognuno dedicato a una differente stagione della coralità liturgica. Si parte da Santa Maria in Campo Marzio, alle 16, con il coro dell’Accademia Lirica Beniamino Gigli, che eseguirà brani di Palestrina, Croce, De Victoria, De Prez, Duruflè. Alle 17.00 lo stesso coro si esibirà a Sant’Agnese in Agone, aggiungendo l’esecuzione di brani di Praetorius, Tartini e Bruckner. A seguire, alle 18, il coro dell’Istituto Giovanni Battista Lulli eseguirà brani di Delalande e Brossard a San Luigi dei Francesi, e poi si sposterà a San Salvatore in Lauro, dove alle 19.00 eseguirà brani di Charpentier e Dumont.
Il cammino sarà dunque sia fisico sia spirituale: dalla purezza contrappuntistica rinascimentale alla solennità barocca, fino alle atmosfere più intime e contemplative dell’età moderna, mostrando come il canto abbia assunto, nel tempo, caratteri tecnici e linguistici differenti pur rimanendo voce della spiritualità. [...]
21 Novembre 2025Vedi le foto della rimozione delle campane
L’intervento più importante avverrà all’altezza della cella campanaria, la parte più vulnerabile della struttura. I lavori sono iniziati in settimana, con la rimozione delle campane, riportate a terra attraverso una gru con un braccio di ben 70 metri e, in seguito, anche dell’angelo posto sulla sommità del campanile
Il campanile del Duomo di San Donà di Piave, realizzato tra il 1922 e il 1923 dall’architetto veneziano Giuseppe Torres, si prepara a importanti opere di restauro e di messa in sicurezza. I lavori, che riguarderanno principalmente l’adeguamento antisismico del campanile, interesseranno integralmente la struttura, dalla base sino all’angelo, posto a circa 75 metri di altezza.
Come spiega il parroco, don Massimo Gallina, “il risanamento strutturale della torre campanaria e la manutenzione delle campane erano da tempo avvertiti come priorità inderogabili. C’è stato un percorso del Consiglio per gli affari economici, condiviso con il Consiglio pastorale, che ci ha portato a decidere di risolvere le criticità individuate dai tecnici per garantire la sicurezza di tutti e la conservazione di un bene culturale importantissimo per la nostra realtà”.
L’intervento più importante avverrà all’altezza della cella campanaria, la parte più vulnerabile della struttura. I lavori sono iniziati in settimana, con la rimozione delle campane, riportate a terra attraverso una gru con un braccio di ben 70 metri e, in seguito, anche dell’angelo posto sulla sommità del campanile: “Per alcuni mesi ci priveremo del suono delle campane e anche della visibilità dell’Angelo, presenza silenziosa che ha sempre vegliato dall’alto sui sandonatesi. Ma confidiamo nella buona riuscita di questa opera”, spiega don Massimo.
L’ingegnere Bruno Bisiol, che assieme all’architetto Franco Davanzo ha elaborato il complesso piano degli interventi, entra nel dettaglio delle operazioni: “La rimozione delle campane si rende necessaria, per realizzare il nuovo «castello», rinforzato in acciaio corten, che sorreggerà il peso delle campane una volta ricollocate. Si tratta di una soluzione ottimale, perché garantisce la massima sicurezza. Verrà, poi, fatto scendere l’angelo, (realizzato nel 1967 dagli artisti Max e Giulio Piccinini di Udine, ndr.), in modo da rinforzare il basamento, che oggi presenta segni di corrosione, e valutare un suo restauro”.
I lavori in programma non si limiteranno a questo. Come ci spiega Bisiol: “Verranno sistemati numerosi mattoni della struttura muraria che si sono deteriorati con il metodo cuci-scuci; si interverrà, quindi, sulla cuspide, che verrà rivestita con malte e reti in fibra di vetro, per rinforzarla. In ultimo, verrà realizzata una piccola scaletta, che dalla cella campanaria giunge sino alla cuspide: questo, per agevolare la sua manutenzione nel tempo”.
Per eseguire tutti questi lavori, si rende necessaria la realizzazione di ponteggi alti 70 metri, lungo tutto il fusto del campanile; nonostante ciò, l’ingegner Bisiol sottolinea che, a intervento ultimato, “non si noteranno differenze: la struttura resterà della stessa forma e delle stesse dimensioni”.
Lavori così complessi sono possibili grazie a un finanziamento Pnrr pari a 530.000 euro; a questi, si aggiunge un quota a carico della parrocchia pari a 145.000 euro: l’importo complessivo è, quindi, di 675.000 euro. Le tempistiche saranno particolarmente stringenti: essendo un progetto Pnrr, i lavori, previsti nell’arco di 6 mesi, dovranno tassativamente concludersi entro il giugno 2026. Entrando nella sfera Pnrr, il progetto è passato sotto la supervisione del Comune; l’impresa vincitrice dell’appalto è la Argo costruzioni di Lancenigo (Treviso). Il restauro delle campane è, invece, affidato alla Capanni di Reggio Emilia. Responsabili del progetto, gli ingegneri Baldovino Montebovi e le architette Elisa Mamprin e Lisa Mazzon.
“Questo dettagliato progetto di restauro che mette in sicurezza il campanile è il frutto di un lavoro durato anni e concordato con la Sovrintendenza. Il finanziamento Pnrr ha permesso di intervenire radicalmente. I nostri campanili, nonostante siano punti di riferimento di tutta la comunità, restano strutture un po’ trascurate”, afferma Bisiol.
“Grazie alla collaborazione dell’Amministrazione, finalmente i lavori di questo patrimonio culturale e affettivo di tutta la città sono in partenza”, conclude don Gallina.
Giorgio Boem
fonte: La Vita del Popolo [...]
22 Settembre 2025Le foto e i video della S. Messa celebrata dal Vescovo Michele per la festa di S. Maria delle Grazie, ricordata come Madonna del colera, la processione e benedizione alla città. Clicca sulla foto per aprire la cartella
Ascolta gli audio:
Saluto iniziale – Saluto del Sindaco – Omelia del Vescovo Michele – Saluto finale e benedizione alla città del vescovo
Da Diocesitv.it:
San Donà: duemila persone per i 100 anni del duomo nella festa della Madonna del colera. Il Vescovo: “Questa città sia testimone di pace, scuola di concordia, laboratorio di bene comune”
Moltissimi fedeli – almeno duemila persone – hanno partecipato oggi pomeriggio alle celebrazioni per la festa della “Madonna del colera”, che ha coinciso, quest’anno, con i 100 anni di consacrazione del duomo cittadino che, per l’occasione, dal 15 al 24 settembre, è “chiesa giubilare”. A presiedere la celebrazione eucaristica e la processione con la statua della Madonna il vescovo, mons. Michele Tomasi. Numerosi i sacerdoti che hanno concelebrato con il Vescovo e con il parroco, don Massimo Gallina.
La speranza, la pace, la coesione sociale, la fraternità, la promozione dell’umano, la valorizzazione dei giovani sono tra i temi sviluppati dal vescovo Tomasi nella sua omelia e, al termine della processione, nel saluto alla città, alla presenza delle autorità.
Meditando sul brano del Vangelo, il Vescovo ha ricordato che “nella maternità di Maria, la Chiesa riceve il dono immenso della vicinanza di un amore fiducioso, tenace, incondizionato. Maria, affidata alle cure del discepolo amato (e di ogni discepolo che ama sinceramente Gesù), è proprio lei a prendersi cura di noi, tutti, suoi figli, Lei che diventa per noi dispensatrice di grazie”, “Santa Maria delle grazie”, appunto, il titolo del duomo di San Donà.
“Viviamo in tempi difficili e bui, tanta cattiveria si scatena intorno a noi ed avvelena (a volte goccia a goccia, a volte come un fiume in piena) le nostre menti e i nostri cuori. Inimicizie, lotte senza pietà, guerre condotte senza umanità – la riflessione di mons. Tomasi -. Popoli interi, bambini, deboli e fragili colpiti ed uccisi, torti crudeli e reciproci che crescono in spirali di violenza apparentemente senza fine, tutto questo ci accompagna quotidianamente, e ci lascia attoniti, afflitti dal senso dell’impotenza, ipnotizzati quasi dalla forza del male, bloccati dalla “globalizzazione dell’impotenza”, come ha detto recentemente papa Leone XIV”.
Come non perdere la speranza, in questa situazione? “Se rimaniamo con Maria e con Giovanni sotto la Croce, se viviamo quell’immenso dolore senza scappare, senza fuggire altrove, se restiamo assieme al dolore del mondo – ha sottolineato il Vescovo -, proprio qui riusciremo a ricevere il dono del Risorto, la speranza contro ogni speranza che ci salva e ci rinnova, che sazia la nostra fame di giustizia e la sete di felicità e di bene. Coglieremo, svelata, la menzogna del male, e crederemo, come ancora ci insegna papa Leone, che “la storia è devastata dai prepotenti, ma è salvata dagli umili, dai giusti, dai martiri, nei quali il bene risplende e l’autentica umanità resiste e si rinnova”. Uniamoci al dono di Cristo, fratelli e sorelle. Seguiamo con fiducia l’esempio di Maria, la Donna umile e forte, e facciamoci aiutare da Lei, proteggere da Lei, accompagnare da Lei. Potremo saziare la nostra sete, ma soprattutto diventeremo “una fonte di acqua fresca per gli altri” (DN, 173).
E ricordando la devastazione della Prima guerra mondiale nelle terre lungo il Piave, il vescovo si è augurato “che il grande fiume continui a ricordarci la promessa della benedizione e della vita. E che le nostre chiese continuino ad essere luoghi di invocazione e di supplica, di preghiera di intercessione e di lode. Che le nostre celebrazioni eucaristiche siano scuola della Parola, in cui ci lasciamo plasmare e trasformare dalla forza viva del Vangelo; siano mensa di fraternità da cui nessuno si senta escluso, e incontro con il Cristo vivo e presente tra noi, che si fa vero cibo, vera bevanda”. “Continuiamo a pregare per la pace, la concordia, la comunione. Preghiamo per la rinuncia – nostra e di tutti – a ogni strumento di violenza e di inimicizia, e continuiamo a confermarci gli uni gli altri nella certezza che Dio vuole che ogni persona sia salva. Cerchiamo insieme la verità della nostra esistenza, cerchiamo con perseveranza tutto ciò che ci rende sempre più umani. Il Signore Gesù, fondamento, principio e modello di ogni umanità, ci accompagna e ci guida su questo cammino”.
Una riflessione continuata, poi, nel saluto alla città di San Donà, prima delle benedizione che è seguita alla processione con la statua della Vergine, venerata come donatrice di Grazie e, in particolare, per la grazia della liberazione della città dal colera nel 1855.
“Non stiamo vivendo un momento di folklore, stiamo piuttosto ricordando quanto del nostro passato ci ha posto di fronte a sfide spesso immani e dolorose, e torniamo a rivolgere lo sguardo a quanto ci ha aiutato, sostenuto, resi coesi nell’affrontare le prove. Stiamo rinnovando le ragioni della coesione, che deve essere certamente plurale e pluralista, aperta al contributo di tanti, di tutti, non certamente appannaggio soltanto della comunità cristiana. Ma insieme stiamo affermando che ci sono ragioni buone per vivere insieme, motivi ed ispirazioni che continuino a farci incontrare e a far convergere i nostri sforzi, le nostre menti e le nostre risorse per la costruzione di una città che tuteli, accolga e promuova l’umano in tutte le sue forze”.
“Una città accogliente e aperta – il ritratto delineato dal Vescovo -, che continui a misurare il suo passo sui piccoli e sui fragili, che accolga e si prenda cura degli ammalati, degli anziani soli, che non si scordi delle fatiche dei profughi e di chi deve fuggire da tragedie epocali. Luogo di vita buona per le persone con diverse abilità, fratelli e sorelle che tanto amore hanno da donare e donano, a tanti spesso distratti da mille preoccupazioni ed affanni. Una città a misura delle giovani generazioni, dei bambini, dei ragazzi e delle ragazze, protagonisti di un presente che soltanto se accolto senza pregiudizi, accompagnato con fedeltà adulta, capito senza scorciatoie, potrà essere generativo di vita e di speranza anche per il futuro”, ha ricordato mons. Tomasi, che ha citato il recente Giubileo dei giovani: “Abbiamo molto da imparare e molto da ricevere dai giovani, e insieme abbiamo la responsabilità di prenderli sul serio, di valorizzarli, di lasciare loro spazio e risorse per poter vivere orizzonti ampi ed infiniti, senza rinchiudere le nostre e le loro speranze in spazi e prospettive troppo limitati e ristretti. In occasione di queste stesse celebrazioni nel 1944, dopo le incursioni aeree e i bombardamenti patiti durante la seconda guerra mondiale, così si ebbe a dire: “Questa festa del 24 Settembre sarà celebrata per sempre dal popolo di S. Donà di Piave, come la festa della pace e della salvezza della Patria. Con questo nome, più che con quello del Colera, noi la tramanderemo ai nostri nepoti (…)”. Possiamo – e dobbiamo certo – mantenere il nome tradizionale, ma la storia che viviamo e il sentimento di umanità ci chiedono di non dimenticare questa nuova prospettiva: festa della pace, salvezza della patria e – aggiungo – impegno di fraternità universale. San Donà – ha concluso il Vescovo – ricorda nella sua carne viva la brutalità e l’orrore della guerra. Si faccia sempre più testimone di pace, sia scuola di concordia, laboratorio di collaborazione creativa per il bene comune. Ciascuno e tutti per la propria parte, con la propria responsabilità”. [...]
21 Settembre 2025Cartella delle foto delle celebrazioni [...]
21 Settembre 2025Vedi le foto dell’inaugurazione della mostra fotografica del centenario del Duomo
o in Facebook qui sotto [...]
20 Settembre 2025Ascolta gli audio:
Saluto iniziale – Omelia di don Massimo Gallina – Saluto del Sindaco – Saluto finale
Vedi la Raccolta di foto e video della S. Messa nel Centenario della dedicazione
o qui sotto l’album di foto in Facebook [...]
6 Gennaio 2025Don Giuseppe Danieli, già parroco nelle parrocchie di Passarella, Caposile e Santa Maria di Piave, ha presieduto la Messa vespertina dell’Epifania nel nostro Duomo. Al mattino nella Cattedrale di Treviso ha ricevuto dal Vescovo Michele il mandato missionario per la diocesi di Roraima (Brasile), nella parrocchia dove per un anno – sino alla morte improvvisa – ha operato pastoralmente don Edy Savietto.
Nell’omelia don Giuseppe ha preso spunto anche da alcuni scritti di p. Sergio Sorgon, che viene ricordato ogni anno in questa Eucarestia, da quando – il 7 gennaio 1985 – fu ucciso in Madagascar. Questa memoria a 40 anni dalla morte si aggiunge alla Messa solenne celebrata ieri a Fiorentina presieduta dal Vescovo Michele Tomasi.
Si è inoltre pregato per don Giuseppe, che fra una settimana partirà per questa sua nuova esperienza di sacerdote “fidei donum” in Brasile.
saluto del parroco don Massimo
omelia di don Giuseppe Danieli
ringraziamento don Massimo
Link al sito diocesano: nella S. Messa dell’Epifania in cattedrale a Treviso con la festa dei popoli il Vescovo ha conferito il mandato missionario a don Giuseppe Danieli, in partenza come “fidei donum” per la diocesi di Roraima, in Brasile [...]
3 Ottobre 2024don Massimo Gallina introduce la serata biblica
Ascolta l'audio di tutta la Serata biblica missionaria: preghiera, meditazione del vescovo Paolo Bizzeti, saluti di don Gianfranco Pegoraro (durata 1 ora e 20 min.)
Lettura dagli Atti degli Apostoli (Atti 7,54-8,4; 9,1-22; 13,1-4)
All'udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano.
Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì. Saulo approvava la sua uccisione.
In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.
Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno.
Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C'era a Damasco un discepolo di nome Anania. Il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va' nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
C'erano nella Chiesa di Antiochia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro.
La meditazione di mons. Paolo Bizzeti
mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico in Anatolia
mons. Paolo Bizzeti
Estratto: ascolta la meditazione del vescovo Paolo Bizzeti su “La conversione di San Paolo e la svolta missionaria della Chiesa ieri e oggi”. (durata 48 min.)
I saluti
don Gianfranco Pegoraro, direttore del Centro Missionario Diocesano
mons. Paolo Bizzeti
Estratto: ascolta i saluti finali di don Gianfranco Pegoraro, direttore del Centro Missionario Diocesano e del vescovo Bizzeti. (durata 6 min.)
Prossime lectio in Duomo
martedì 5 novembre - 3 dicembre 2024
martedì 4 febbraio - 11 marzo - 6 maggio 2025 [...]
23 Settembre 2024Guarda le foto nella festa per la Madonna del colera 2024
Ascolta il saluto iniziale alla S. Messa celebrata dal vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto
Ascolta l’omelia del vescovo Giuliano Brugnotto
Ascolta il saluto e la benedizione alla città del vescovo Giuliano Brugnotto
Video dei saluti e benedizione del vescovo di Vicenza al termine della processione
Altri momenti della giornata:
Video della benedizione di Piazza Trevisan
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27 Dicembre 2023La veglia nella notte di Natale 2023 è iniziata alle 22.30 accompagnata da preghiere, canti e l’arrivo della Luce di Betlemme sull’altare, mentre don Massimo ha posto la statua del Gesù bambino ai piedi dell’altare.
La S. Messa nella notte è iniziata alle 23.00, celebrata da don Massimo e don Fabio Francisco Sànchez.
A conclusione della messa don Massimo, accompagnato dai chierichetti e i bambini presenti, ha posto la piccola statua di Gesù bambino nella mangiatoia del grande presepe preparato nella cappella di S. Giuseppe.
A mezzanotte la festa è continuata sotto il campanile con gli auguri e un momento conviviale per tutti: vin brulé, cioccolata, tè e pandoro. Vedi alcune foto [...]
19 Novembre 2023La comunità in festa per Bepi Arvotti alla S. messa delle 9.30
La festa per i 90 anni di Bepi Arvotti, fratello salesiano
Domenica 19 novembre
9.30 S. messa in Duomo:
Ascolta l'omelia della messa
Ascolta i saluti e messaggi inviati a Bepi
Le foto della messa
10.30 Spostamento all'Oratorio don Bosco e festa
Bepi Arvotti ringrazia tutti per la festa in occasione dei suoi 90 anni
https://youtu.be/2LQIvN7_rx8 [...]
25 Settembre 2023Link alle foto della festa della Madonna del colera 2023 [...]
24 Settembre 2023AUDIO: omelia del vescovo emerito alla S. Messa
AUDIO: saluto e benedizione alla città alla fine della processione [...]
24 Settembre 2023Clicca sulla foto per vedere l’album [...]
25 Giugno 2023Audio di alcuni momenti della S. Messa
Saluto di benvenuto
Omelia
Consegna del regalo da parte della comunità parrocchiale
Ringraziamento di padre Piero Graziani
Clicca sulla foto per uno slideshow [...]
9 Aprile 2023 Audio omelia del Giovedì Santo
Audio omelia del Venerdì Santo
Audio Omelia della veglia Pasquale
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