Lettera agli amici da Frat. Paolo Rizzetto MCCJ
Vi spero bene. Spero che alcuni di voi si stiano godendo un meritato periodo di vacanza. Ma, con un certo disagio nel dirlo, credo anche che questa lettera troverà molti a fare ancora i conti con la crisi economica e che forse le vacanze per molti… non ci saranno.
So che, marginalmente, la notizia è stata trasmessa anche dall’informazione italiana, se non altro per il fatto che alcuni concittadini si sono visti costretti a lasciare il paese, un po’ all’improvviso. C’è da dire che il conflitto non ha interessato tutte le regioni del Sud Sudan e, per esempio, Wau è sempre rimasta relativamente tranquilla.
Tutti motivi che danno ragione alle parole dure usate dalla signora Hilde Johnson, rappresentante uscente della Missione ONU in Sud Sudan, nel sottolineare che la responsabilità della crisi sia da attribuire solo alla leadership politica ed alla lotta per il potere che le due fazioni createsi in essa hanno cominciato e sostenuto. L’unidici luglio, il giorno del terzo anniversario dell’indipendenza, è stato infatti segnato da un atmosfera dai toni pacati e dal disincanto generale.
La tregua ha tenuto fino a non pochi giorni fa quando la fazione dell’ex vicepresidente ha attaccato una città della regione di Jonglei. Ancora una volta le parole di condanna sono venute, questa volta senza usare giochi di parole ma identificando chiaramente i responsabile dell’attacco.
Sarebbe inopportuno richiamare passo passo i temi trattati, ma mi è piaciuto molto l’approccio proposto, che lasciava spazio ai lavori di gruppo ed alla rilfessione personale. Il primo giorno la provocazione lanciata era: trovare gli ingredienti della Pace. I gruppi hanno usato il brainstorming per trovare alcune parole chiave che hanno messo su cartelloni che potevano essere ammirati come se fosse una galleria di opere d’arte… ed infatti lo era.
La giornata di sabato sarebbe stata più una giornata di ritiro e di preghiera. Non era di per sé rivolta a tutti e gli studenti potevano sentirsi liberi di partecipare o no. Devo dire che, con un certo stupore, ho visto che la partecipazione degli studenti fu la stessa del giorno precedente.
Ma c’è una cosa che mi ha colpito più di tutte. La sera del venerdì, due studentesse, Mess e Susan hanno pensato di preparare un dolce, il Dolce della Pace, partendo dall’idea degli “ingredienti” che si possono usare. Il dolce è stato presentato alla fine dell’Eucarestia conclusiva. Sembrerebbe una cosa molto semplice e piccola eppure il messaggio è stato grande e di effetto. Personalmente, ho sentito di essere particolarmente orgoglioso di Mess, che è una ragazza molto dolce e timida, facilmente invisibile nel gruppo. Vederla stare lì, in piedi, di fronte ad un sessantina di persone, spiegando, con il suo inglese un po’ stentato, le ragioni che l’avevano portata a preparare un dolce, per tutti… mi ha riempito di gioia e di ammirazione. Susan, aveva saputo proprio quel giorno che c’era stato un attacco ad Abiey, la sua città e nonostante fosse preoccupata per la sua famiglia, ha saputo trasformare in preghiera, questo piccolo, grande gesto di condivisione. Alcuni studenti, rappresentanti degli 11 stati del Sud Sudan, dei Monti Nuba e della Scuola di ostetricia sono stati chiamati di fronte, come primi “assaggiatori”. Il dolce è stato poi diviso fra tutti, alla fine della Messa, mentre durante il canto finale ci eravamo mossi dalle sedie e ci tenevamo per mano in cerchio. Mess e Susan, con grande gioia, a voler descrivere i loro volti, passavano tra di noi, dando a ciascuno un pezzo di torta. Tutti l’abbiamo ricevuto: delizioso!
Davvero un dolce, che cosa è di fronte a tanto scempio di vite umane? Eppure sono questi piccoli segni che mi danno la speranza che qualcosa cambierà e che ci saranno persone che offrirano alla comunità gesti d’amore, gesti di pace e riconciliazione che ci rivelano la vera natura che Dio ha pensato per la sua famiglia umana.
“Beati i costruttori di Pace, saranno chiamati Figli e Figlie di Dio.” (Matteo 5,9) Come Mess e Susan che sono operatrici di Pace, nel preparare un dolce. Come gli altri ragazzi e ragazze di queste foto. Anche quelli che sono giovani da più tempo… Come Gandi che disse: “Non c’è una strada verso la Pace. La Pace è la strada!“