Finestra biblica: il Vangelo di Luca

Finestra biblica: Il Vangelo di Luca

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Finestra biblica: Il Vangelo di Luca

di Roberta Ronchiato, biblista

 

La prima pagina del vangelo di Luca presenta qualcosa di insolito e di curioso rispetto a Matteo e a Marco: in pochi versetti l’autore espone il motivo che lo ha indotto a scrivere e il suo destinatario. Luca è un cristiano della terza generazione (siamo negli anni 80 d.C.) deciso a «fare ricerche accurate» sugli «avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi», «su ogni circostanza, fin dagli inizi», proprio come avevano fatto altri prima di lui alla luce delle testimonianze oculari (1,1-4). Dedica il suo vangelo a Teofilo, personaggio sconosciuto, in modo, scrive Luca, «che tu possa renderti conto della solidità della catechesi che hai ricevuto». Teofilo diventa così il rappresentante di tutti i cristiani convertiti da più tempo e per questo bisognosi di verificare i fondamenti della loro fede. Potremmo rintracciare in Teofilo l’immagine del cristiano adulto che avverte il bisogno di fortificare la consistenza degli insegnamenti ricevuti al catechismo da bambino. Luca non è un ebreo, ha conoscenze imprecise sulla Palestina e sulle usanze ebraiche; forse è un greco di Antiochia di Siria. Ireneo e altre fonti dei primi secoli lo identificano con Luca compagno di Paolo (cf. 2Tm 4,11; Fm 24), ma non ci sono prove sufficienti per confermare questa ipotesi. In ogni caso, è uno scrittore colto, scrive in un greco brillante e per persone interessate e vigili.

Organizza poi «con ordine» il materiale raccolto: nella prima parte del vangelo si occupa degli inizi della vita di Giovanni Battista e di Gesù, alternando e intrecciando i rispettivi annunci di nascita, la nascita dei due bambini, la loro circoncisione, la vita nascosta, per concludere con la predicazione di Giovanni, il battesimo, la genealogia e le tentazioni di Gesù (1,5–4,13). Lo scopo è di far risaltare la profonda continuità tra le profezie dell’AT e il loro compimento nel Cristo: Giovanni è l’ultimo profeta e il precursore del Messia; Gesù è il Cristo atteso. Il passaggio dal tempo dell’annuncio a quello della salvezza, presente oggi in Gesù, è ufficializzato nel brano della visitazione: Giovanni, nel grembo di Elisabetta, esulta di gioia alla presenza del Salvatore, nascosto in Maria (1,39-45).

Dopo i capitoli dell’infanzia, Luca mette in gioco tutte le sue risorse di scrittore e teologo per narrare la vita di Gesù che egli descrive come un unico, grande viaggio, dalla Galilea (4,14–9,50) a Gerusalemme (9,51–19,28) dove si adempie l’innalzamento del Figlio di Dio, cioè la sua morte-esaltazione-ascensione al Cielo, e le apparizioni (19,28–24,53). Per Luca è inoltre importante aprire e chiudere il vangelo nella Città santa di Gerusalemme; negli Atti degli apostoli seguirà il cammino della Parola da Gerusalemme a Roma.