Festa della Comunità e dei Comboniani per fr. Paolo Rizzetto

Il Fratello comboniano è un laico consacrato con uno specifico servizio, secondo il carisma suscitato dal fondatore, il vescovo san Daniele Comboni.
Tracciamo di seguito alcune note biografiche su fr. Paolo che da tre anni opera in Sud Sudan, lo Stato più giovane del Mondo.Vocazione e formazione: l’UgandaVissuta l’esperienza giovanile all’interno dell’Azione Cattolica in Oratorio, fr. Paolo ha conosciuto i comboniani negli anni di studio di Medicina a Padova.
Se da principio “si tenne alla larga”, un anno dopo prese i contatti ed iniziò il periodo di discernimento in questa Congregazione missionaria.Dopo la laurea in medicina nel 2004, il successivo tirocinio ed esame di stato, nel 2005 Paolo Rizzetto ha trascorso sei mesi in Uganda, tra il popolo di pastori nomadi, operando in un ospedale missionario.
Rientrato in Italia nell’agosto di quello stesso anno, ha vissuto i due anni di Noviziato, dedicandosi particolarmente alla preghiera e al servizio.
Nel maggio 2007 ha emesso la prima Professione, cui è seguita la prima spedizione da missionario professo, sempre nell’Uganda, questa volta per un servizio di maggior responsabilità.
Ha così potuto lavorare assieme a colleghi medici ed infermieri ugandesi, avendo uno di loro come responsabile. Vivendo la vita di comunità, ha alternato lavoro pastorale e professionale in ospedale.Il servizio in Kenia tra gli ammalati di HIV
Come previsto nella Congregazione comboniana per il periodo dei voti temporanei, nel 2009 fr. Paolo è quindi partito per il Kenia, dove ha intrapreso l'”orientamento pastorale” nel campo sociale, vivendo in una comunità di otto confratelli, provenienti da tre continenti diversi.
Ha fatto un’esperienza di studio al Tangasa (“Annuncio”) College, dove un comboniano ha avviato un corso di apostolato sociale per i fratelli laici.
In particolare, ha lavorato a Korogocho (Nairobi), dove arrivava due volte la settimana con i mezzi pubblici.
Nairobi, la capitale del Kenya, ha 4 milioni di abitanti, 2,5 milioni dei quali vivono nelle baraccopoli che occupano meno del 5% del territorio urbano. Korogocho si estende su un’area di 2 kmq ed è la quarta baraccopoli della capitale per numero di abitanti. Probabilmente oggi vi vivono 100-120 mila persone, stipate in baracche di fango e lamiera.
A Korogocho, resa famosa dal comboniano p. Alex Zanotelli, si dice vi siano più chiese che bagni: si tratta per lo più di chiese indipendenti protestanti, avviate con facilità per guadagnare qualcosa. Dal 2001 i Comboniani sono stabilmente lì.
Fr. Paolo ha operato nel Centro di salute, con le persone sieropositive, cercando di far accettare la malattia e quindi le cure. Il problema infatti è prima di tutto di aiutare le persone ad affrontare il trauma di scoprirsi sieropositive e poi di accompagnarle durante la cura, poiché quando stanno bene smettono di prendere i farmaci.
Spesso sono i bambini a prendersi cura dei genitori. Perciò il programma prevede di formare “agenti di salute”, cioè familiari e altri volontari che seguono le persone in cura.
Con l’attività del Centro accompagnavano circa 1200 persone e due volte all’anno facevano un test porta a porta per valutare la presenza del virus HIV.
Oltre alla formazione degli agenti di salute adulti, fr. Paolo ha lavorato molto con i bambini per insegnare loro le nozioni base della cura. Da questa esperienza è nato un libretto in cui sono annotate anche le impressioni di questi bambini.
Il servizio a Korogocho prevedeva poi un rapporto diretto con le famiglie e con gli ammalati che fr. Paolo andava a trovare assieme ad infermieri e volontari locali, prezioso aiuto per la lingua e l’approccio alla cultura locale.
In Sud Sudan
Appena terminato il percorso di studi e formazione di base, nel giugno 2012 fr. Paolo intraprende un nuovo servizio in Sud Sudan, Stato indipendente dal 9 luglio 2011. Egli ha iniziato il lavoro proprio dove c’è stata la prima missione comboniana.
Precisamente ha vissuto per tre anni a Wau, in un centro di formazione per infermieri ed ostetrici/he, nell’ambito del Progetto “Solidarity with South Sudan” (SSS).
Si tratta di una rete di Congregazioni Religiose, sotto la responsabilità della Conferenza Internazionale dei Superiori Maggiori, che si è impegnata con la Conferenza Episcopale Sudanese a formare personale locale in alcune aree di promozione umana ed evangelizzazione: salute, catechesi, formazione degli insegnanti, agricoltura.
A Wau, nel Nord Ovest del Sud Sudan, è operativa l’area di promozione della salute tramite la formazione di personale locale nel “Catholc Health Training Institution” (Istituto Cattolico di Formazione per la Salute).
Si tratta di una scuola per formare, in tre anni, infermieri ed ostetrici, secondo i valori cristiani. La scuola esisteva già nel 1983, ma poi fu chiusa per lo scoppio della guerra civile, sino al 2005 con la sua riapertura.
Un aspetto molto positivo di questi corsi è che c’è una buona percentuale (48%) di ragazze.
La comunità formatrice, di cui ha fatto parte fr. Paolo, è composta di sei congregazioni, femminili e maschili, operanti in equipe assieme a dei collaboratori laici.
Prossima esperienza missionaria
Dopo tre anni in questa esperienza, al suo rientro in Sud Sudan, nel febbraio 2016, fr. Paolo sarà destinato dai superiori ad una nuova missione. Svolgerà la professione di medico ed amministratore di un ospedale comboniano di 100 posti letto, in una zona più periferica.
Il progetto di san Daniele Comboni era quello di “Salvare l’Africa con l’Africa“.
Come afferma fr. Paolo “questo è il tempo in cui si è sempre più compagni degli africani, più che i responsabili. Attualmente ci sono molte più vocazioni africane che non europee, specialmente per i sacerdoti…“
A cura di Marco Franzoi