Don Piergiorgio Busolin
La profonda commozione dell’improvvisa scomparsa di don Piergiorgio Busolin, “Pier”, si leggeva nel volto – pur sereno – dei presenti nel gremitissimo Duomo di Mogliano Veneto il giorno del funerale (2.11.06). Gran parte delle persone erano di San Donà, luogo dove don Piergiorgio ha speso ben 16 anni della sua missione salesiana.
Cogliamo l’occasione di scrivere i tratti essenziali della sua lunga esperienza nella nostra città, ricordandolo con affetto e grande riconoscenza.
Prima della S. Messa delle 9 in Oratorio, il 28 ottobre scorso, viene data la notizia della scomparsa del caro don Piergiorgio Busolin, per sedici anni nell’Oratorio di San Donà, dal 1976 al 1992. Significativamente, il santo del giorno è un salesiano, il primo successore di Don Bosco, il beato Michele Rua.
La morte ha colto don Piergiorgio praticamente all’improvviso (la notizia dell’aggravamento della breve malattia era arrivata il sabato) nell’Ospedale di Castelfranco, all’età di 65 anni. Dal 2003, era responsabile della Comunità Proposta di Mogliano Veneto, casa di verifica vocazionale per giovani. I nove anni precedenti li aveva vissuti come direttore all’Istituto Salesiano San Marco di Gazzera-Mestre mentre, dal 1992 al 1994 aveva operato all’Istituto salesiano Bearzi di Udine, come catechista, responsabile dell’oratorio.
Gli anni più lunghi, però, don Piergiorgio (per tutti semplicemente “Pier”) li ha vissuti nell’Oratorio di San Donà. Arrivando nel 1976, da cinque anni sacerdote, con la prima esperienza a Castel di Godego e Roma, raccoglie la pesante eredità di sostituire l’“istituzione” don Nicola Pellizzon, per 12 anni instancabile animatore del cortile dell’Oratorio. Egli ha già conosciuto da piccolo quest’ambiente, quando lo portarono da Ca’ Fornera, dove abitava con la famiglia: il padre era fattore di una grande azienda agraria della frazione di Jesolo e fu anche sindaco di quel comune.
Ebbene, don Piergiorgio fa parte di quel gruppo di salesiani (con la direzione allora di don Alberto Trevisan) che hanno impostato ed avviato il rinnovo dell’attività oratoriana (in quella seconda metà degli anni ‘70 si ha il passaggio da Oratorio maschile ad oratorio misto), dandole la configurazione odierna. Iniziative quali l’Estate Ragazzi e la Settimana dell’Oratorio nascono in quegli anni. È la stagione degli anni ’80, in cui fioriscono le esperienze dei gruppi giovanili e… le vocazioni religiose.
La figura di Pier nei primi dieci anni a San Donà è quella del salesiano onnipresente nel cortile, da mattina a sera, e nella scuola (C.F.P.). L’Oratorio di quegli anni diviene campo di formazione estivo (e verifica vocazionale) anche per molti giovani studenti salesiani, spesso stranieri. In quella fucina di attività c’è sempre l’obiettivo di attirare le persone e soprattutto i giovani in un sano ambiente educativo. “L’Oratorio possiede la caratteristica principale di essere un ambiente con chiare finalità educative e con una precisa proposta cristiana”, scrive don Piergiorgio nell’88, in occasione del centenario della morte di Don Bosco e del 60° dell’Oratorio.
Oltre alle attività dei gruppi, per i giovani vengono programmate numerose iniziative: la scuola di preghiera a maggio, la proposta della S. Messa feriale, gli incontri di formazione per gli animatori della Proposta Estate, i momenti di preghiera al mattino ed alla sera, prima della chiusura dell’Oratorio… Si sviluppa la preziosa collaborazione degli adulti, i genitori dei ragazzi, anch’essi coinvolti in mille attività, come il Pellegrinaggio a Motta a conclusione della P.E.R., la Settimana dell’Oratorio, la Polisportiva. È anche il periodo in cui si vuole dare all’Oratorio la caratteristica di luogo promotore d’iniziative culturali con valenza cittadina: attività in piazza (carnevale), cineforum, mostre, rappresentazioni teatrali e recital, concerti (persino dell’orchestra La Fenice).